Julian Budden: il mio amore per Verdi

Musica

Julian Budden: il mio amore per Verdi

In occasione dell'uscita della sua monumentale ricognizione verdiana nella collana Reprints (in libreria dal 4 luglio), riproponiamo questa dichiarazione concessa da Julian Budden a Sergio Bestente. Una dichiarazione d'amore per Verdi e un piccolo e concentrato ricordo di formazione.

 

Il mio amore per Verdi non è nato in teatro; dove sono cresciuto, a Liverpool, non c'era una compagnia d'opera. Il mio amore per Verdi è nato guardando un film in bianco e nero del 1937, nel quale una cantante americana intonava il brindisi della Traviata: si trattava di One Hundred Men and a Girl, la cantante era Deanna Durbin, e ricordo che nel film c'era anche Leopold Stokovski, il direttore d'orchestra.

A poco a poco, ho cominciato a conoscere meglio il genio di Verdi attraverso i dischi, ma l'occasione di ascoltare La traviata in teatro è giunta solo un po' di tempo dopo, a Napoli, dove negli ultimi mesi della guerra sono sbarcato con il corpo sanitario dell'esercito inglese. Infine sono arrivati gli studi al Royal Collage of Music di Londra, e la conoscenza approfondita delle partiture. 

A tanti anni di distanza, la cosa che non finisce di stupirmi ed emozionarmi è che la sua musica a ogni incontro sa mostrarmi qualcosa che prima mi era sfuggito. Dal giovanile Oberto fino a Falstaff, ogni opera ha qualcosa di unico e differente da tutte le altre, una "tinta" particolare, per usare una sua parola; sotto questo aspetto ha molto in comune con Shakespeare, e quindi non mi stupisce che tanti inglesi si siano dedicati con passione agli studi verdiani, da Frank Walker a Charles Osborne.

Julian Budden