Il finto musulmano
Iscritto a buon diritto, in compagnia di Heinrich Barth e Henri Duveyrier, nella schiera dei "folli del deserto", di quei grandi esploratori che nella seconda metà dell'Ottocento si avventurarono nelle regioni sahariane ancora ignote alla geografia occidentale, Camille Douls narra, in questo breve romanzo, la sua prima, folgorante impresa. Appena ventiduenne, forte di una buona conoscenza della lingua araba e dei costumi dell'islam, il giovane avventuriero progetta, nel 1887, una missione quasi impossibile: visitare due territori a sud dell'Atlante, il Sous e l'Oued-Noun, da poco conquistati dal sultano del Marocco e interdetti ai viaggiatori europei. Per varcare i confini proibiti, Douls ricorre a uno stratagemma: travestito da commerciante algerino si fa sbarcare sulla costa del Sahara occidentale. Inoltratosi all'interno per un breve tratto, viene assalito da un gruppo di mauri, nomadi del deserto noti per la loro ferocia. Prima imprigionato, poi accettato come "fratello musulmano", Douls trascorrerà con la tribù di predoni cinque mesi: un'esperienza eccezionale che "con il suo alternarsi di gioia e di sofferenza" gli valse - come dice lo stesso autore - "le più grandi emozioni che un viaggiatore possa provare".