Beethoven, ritratti e immagini

Musica

Beethoven, ritratti e immagini

Un profilo del compositore condotto attraverso i ritratti realizzati in vita.

Allineando in una galleria i ritratti più eterogenei realizzati durante la vita di Beethoven, Benedetta Saglietti - laureata in Storia della Musica all'Università di Torino sotto la guida di Giorgio Pestelli - ricostruisce un profilo del compositore talvolta inedito e sorprendente. La vicenda iconografica procede in parallelo al racconto della biografia condotto attraverso l'epistolario beethoveniano e la ricognizione della stampa dell'epoca e della memorialistica.

Per introdurre il libro, proponiamo un estratto della Prefazione di Giorgio Pestelli.

È comune constatare la distanza che separa la fama immensa di Beethoven, la diffusione universale della sua musica, dalla penuria di conoscenze reali sulla vita e il carattere personale dell’uomo; intorno al quale, oltre alla barriera fisica della sordità (che lo isola completamente dal mondo solo nell’ultimo decennio), i posteri hanno a disposizione una serie di avvenimenti non molto appariscenti, dati isolati fra zone vuote, rapporti con il prossimo tutto sommato normali; certo, con le debite eccezioni di trasporti amorosi (poco documentati), vere amicizie e di qualche impennata in questioni famigliari; ma tutto scompare di fronte alla presenza dell’opera musicale, alla forza di rappresentazione che ne emana; tanto che, come notato da alcuni studiosi, molti tratti considerati peculiari dell’uomo in realtà sono stati desunti dai caratteri della sua musica; le testimonianze epistolari e diaristiche stanno un gradino sotto la verità e la plenitudine che ricaviamo dall’opera; se vogliamo toccare con mano Beethoven lo cerchiamo lì, dove la verità poetica ha emarginato la comune verità biografica.

A un primo sguardo, l’iconografia beethoveniana sembra aver seguito in linea generale una simile soggiacenza al fascino dell’opera musicale; le immagini che la tradizione ci ha consegnato sembrano in alcuni casi il prodotto di una sorta di “critica fisiognomica”. Ora, l’originalità della ricerca di Benedetta Saglietti è quella di non essersi lasciata influenzare dall’impostazione più facile delle corrispondenze per seguire la via della filologia più rigorosa, ricostruendo il percorso seguito da disegni, stampe, dipinti, sculture in un tessuto di occasioni e rapporti sociali che finiscono con l’arricchire la stessa conoscenza biografica e umana del compositore.