I Cento di Roma 2016 - Introduzione

I Cento di Roma 2016 - Introduzione

Quanto sei bella Roma, quann’è cena

Nella città più bella e difficile del mondo (gastronomicamente parlando), cinquanta soste per le grandi occasioni e cinquanta per tutti i giorni. Per godersi le sorprese ed evitar le trappole.

DI STEFANO CAVALLITO, ALESSANDRO LAMACCHIA E LUCA IACCARINO

 

ICento_Roma2016Ah, Roma. Roma la grande. Roma la capitale. Roma il centro d’Italia. Del mondo. Eppure se si tratta di ristoranti, la questione si fa difficile. Roma è, anche, vittima del proprio successo. La fama affama, se si cercano locali come si deve. Lo sanno tutti: tanti stranieri a far le foto in fronte al Colosseo, tanta gente di passaggio, tante vittime sacrificali per il rito barbaro del menu turistico, del tanto al chilo. Dunque scrivere una guida ai ristoranti a Roma è più difficile che altrove: quanti conti salatissimi abbiamo dovuto pagare nelle sale più pretenziose, quante notti insonni abbiamo dovuto passare dopo serate in trattorie posticce, pasticcione, pestilenziali.

Ma, tranquilli, è giusto, è per questo che avete speso i soldi della guida: abbiamo fatto il lavoro sporco per voi. E di questa grande città, di questa città meravigliosa, immensa e faticosa abbiamo estratto il meglio del meglio. Cento locali (C, avrebbero detto i latini). Cinquanta top, per le grandi occasioni: li abbiamo messi in classifica, come facciamo ormai da tre anni. È un gioco, sì – le classifiche, direbbe Clint Eastwood, sono come le palle, ognuno ha le proprie –, ma un gioco serio. E – udite udite – al vertice non c’è più Heinz Beck. Com’è possibile? Girate poche pagine, e lo scoprirete (ma il re tedesco è secondo per centesimi di punto, sempre pronto alla zampata).

Poi cinquanta pop, trattorie per tutti i giorni. Trattorie in senso lato, ristorantini, etnici, addirittura progetti che è quasi difficile categorizzare come quella che, per noi, è la miglior scoperta dell’anno: Spazio, il locale firmato da Niko Romito dentro a Eataly.

Il tutto condito da un’effervescenza naturale, da un modo di scrivere di cibo che ci piacerebbe fosse piacevole di per sé, senza dover sempre, per forza andar poi al ristorante. Anzi, no: leggere le recensioni è bello, ma mangiare lo è molto di più. Cosa ci fate ancora qua? Buon appetito.