La via di Lisbona. Aspettando la libertà

Saggi e narrazioni

La via di Lisbona. Aspettando la libertà

Una città sospesa fra Europa nazista e libertà. Il racconto di quando decine di migliaia di europei in fuga dal nazismo si riversarono nella città di Lisbona in attesa di una nave verso la libertà. I viaggi avventurosi degli artisti in fuga, la sosta estenuante in una città di spie, reporter, faccendieri, giocatori d’azzardo e vita notturna.

Nel corso della Seconda guerra mondiale il porto di Lisbona, nel Portogallo neutrale del regime di Salazar, fu il luogo di destinazione di una marea di profughi provenienti da tutta Europa. Si parla di una massa di circa 100.000 persone che nel giro di un paio d’anni si riversarono nella vecchia e sonnacchiosa capitale, e che spesso furono costrette a snervanti attese di settimane, se non di mesi, prima di riuscire a trovare posto a bordo di un piroscafo, un mercantile o un aereo in partenza verso gli Stati Uniti o un altro Paese lontano dalla guerra che stava devastando l’Europa.

Ma Lisbona non fu solo la via di fuga verso la libertà per migliaia di persone. La sua posizione neutrale e la confusione che vi regnava la resero anche una via d’accesso per i molti individui che per qualsiasi motivo avevano necessità di entrare nell’Europa occupata dai nazisti: giornalisti, spie, diplomatici, capi militari e altri personaggi si muovono freneticamente nella città, donandole un’atmosfera piena di elettricità e tensione, nella quale una certa rilassatezza di costumi si unisce in quegli anni a un fascino decadente e vagamente cospiratorio.

Lisbona nella prima metà degli anni Quaranta è una città diversa da tutte le altre: la disponibilità di cibo, alcolici, sigarette, gioco d’azzardo e altri divertimenti la fanno assomigliare alle grandi capitali d’anteguerra, Parigi anzitutto; ma l’indifeso Portogallo si sente sotto perpetua minaccia di un’imminente invasione, e l’umanità in fuga dal nazismo vive in uno stato di ansia sospesa e straziante. Fra di loro molte delle più grandi personalità artistiche, musicali, politiche, letterarie dell’intera Europa, tutte in attesa di un imbarco, tutti con un viaggio pericoloso e tragico alle spalle.

Il libro di Weber ricostruisce per la prima volta in maniera completa e documentata questa storia spesso dimenticata, soffermandosi non solo sulla città di Lisbona e sulla sua incredibile atmosfera, ma raccontando anche le vicende personali di numerosi profughi più o meno illustri, e il lungo viaggio che si trovarono a dover affrontare, spesso attraverso il sud della Francia, il Marocco, la Spagna meridionale, sotto la costante minaccia di essere fermati per un qualsiasi cavillo e consegnati ai nazisti per la deportazione.

Fra le sue pagine si incontrano un gran numero di celebrità, da Alma Mahler e Franz Werfel ad Arthur Koestler, da Walter Benjamin a Man Ray, da Ian Fleming ai duchi di Windsor. Ma soprattutto si trova la storia drammatica e spesso dimenticata di un’umanità in fuga dal crollo di una civiltà, alla disperata ricerca di una chance di rinascita.

 

Ronald Weber è professore emerito di American Studies alla Notre Dame University (Indiana). È autore di numerosi libri di saggistica e narrativa, fra cui News of Paris: American Journalists in the City of Light Between the War (2007), Hemingway’s Art of Non-Fiction (2009), A Grand Way to Chronicle A War: The Lure of Paris’s Hotel Scribe in World War II (2016).