Musica e medicina: il vero Mozart

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Musica e medicina: il vero Mozart

Ritorna nella collana Reprints un classico del catalogo EDT, pubblicato in origine nel 1991.

 

Un libro che, si legge nell’introduzione, si propone di separare la leggenda dai fatti a proposito della vita e delle condizioni di salute di venti grandi compositori. E su questo terreno il caso di Wolfgang Amadeus Mozart rimane probabilmente insuperato.

L’immaginario collettivo ha elaborato un gran numero di dicerie sul conto della salute di Mozart, trasformatesi col tempo in vere e proprie leggende: sospetti indimostrabili di sifilide, ipotesi di morte causata da medici incapaci e, più fortunata, la teoria dell’avvelenamento. In particolare, sarebbe stato l’invidioso Antonio Salieri, compositore e maestro di cappella della corte imperiale asburgica, ad avvelenare Mozart. Da Puškin a Rimskij-Korsakov, in diversi hanno ipotizzato questa rivalità tra Mozart e Antonio Salieri. Il popolarissimo film Amadeus di Miloš Forman (1984) presenta un Salieri roso dall’invidia che arriva a stroncare Mozart costringendolo a ultimare il Requiem sul letto di morte.

Si tratta naturalmente di una fantasia cinematografica. Il film, come del resto ha sempre sostenuto il regista, non ha alcuna pretesa di attendibilità storica: è soltanto ispirato a personaggi reali.

John O’Shea affronta invece la questione con gli strumenti della medicina attuale, valuta disturbi e sintomi, analizza la fatica fisica ed emotiva patita da Mozart e cerca di capire come essa abbia influito sul suo lavoro. Un compito non semplice, per ammissione dello stesso autore: si tratta di districarsi tra fonti inaffidabili, resoconti poco accurati, testimonianze spesso intese più a celebrare il musicista-mito che a raccontare il musicista-uomo.

Alto appena 152 centimetri, Mozart era di aspetto poco attraente, con una grossa testa, il naso aquilino e una malformazione all’orecchio sinistro, rara ed ereditaria, chiamata appunto "orecchio di Mozart" e trasmessa al figlio Franz Xavier. Questi fattori non dovettero agevolare le sue relazioni con i contemporanei. Mozart era completamente assorbito dalla propria musica e non brillava per capacità comunicative, dunque molti lo trovavano sgarbato, irrispettoso e infantile. Si distingueva anche per un feroce atteggiamento critico, indotto, oltre che dalle inclinazioni del carattere, anche dalla frustrazione per una società in cui il censo contava molto di più delle capacità e del genio.

La morte di Mozart, improvvisa ma non troppo, venne causata dagli strascichi di una serie di infezioni contratte nell'infanzia: febbri, eruzioni cutanee, problemi alla gola e alle articolazioni e altro ancora. Soffrì inoltre di episodi di depressione e disperazione, oltre che di una grave affezione renale.

Non deve sorprendere il fatto che Mozart avesse problemi di salute cronici già da piccolissimo. Bambino prodigio, aveva girato l’Europa nelle terrificanti condizioni dell’epoca, ed è difficile per noi immaginare cosa dovesse significare un viaggio di sedici ore a bordo di carrozze non molleggiate, lungo strade pessime, ghiacciate in inverno e soffocanti di polvere in estate.

Gli ultimi mesi furono molto duri, anche se i gravi problemi di salute e le naturali ripercussioni sull’umore e sul carattere non gli impedirono di essere straordinariamente produttivo dal punto di vista musicale. La situazione precipitò il 20 novembre 1791, quando Mozart si mise a letto, febbricitante e prostrato, e ci rimase per i successivi quindici giorni, fino alla morte.

«Il carattere di Mozart continua a sfuggirci» osserva infine O’Shea.

«Era un uomo riservato e i suoi biografi devono procedere a fatica attraverso una mole di dicerie, testimonianze contraddittorie, insinuazioni, scandali, per tracciare un ritratto realistico. La sua musica probabilmente ne rivela il carattere meglio di quanto potrebbero mai fare gli schizzi biografici, ostacolati come sono da scarsa documentazione e informazioni insufficienti. La vita del compositore è stata usata come allegoria per illustrare molti temi della condizione umana – compreso il ruolo della mano di Dio nelle vicende terrene. Dopo duecento anni sembra che l’uomo non si sia ancora rassegnato alla grande tragedia della morte di Mozart».