Cemento armato, una megalopoli descritta da una penna fragile

Saggi e narrazioni

Cemento armato, una megalopoli descritta da una penna fragile

"Shanghai non è una città. Non è questo il termine che viene in mente. Non viene in mente niente. Poi stupore di fronte al rumore. Un rumore d'oceano o di macchina da guerra. Un tumulto, un infinito di prospettive, di angoli e di superfici che amplificano il frastuono".

Philippe Rahmy è stato uno scrittore delicato, in tutti i sensi. Affetto dalla terribile sindrome delle 'ossa di vetro', ha dovuto rinunciare a molto, nel breve arco della sua vita: in prima battuta a una laurea in Egittologia a Parigi, a cui fu costretto a preferire quella in filosofia a Losanna.
Vincitore del Premio Nazionale per la Letteratura nella sua Svizzera, si è dedicato alla poesia e al romanzo con uguale attenzione. Quando nell'autunno 2011 l'Associazione degli Scrittori di Shanghai lo invita per una residenza letteraria e di studio nella metropoli cinese, nulla farebbe pensare che quel fragile artista affetto da osteoporosi imperfetta avrebbe accettato. Rahmy, invece, raccoglie la sfida e decide di partire, lui che ad ogni minimo urto rischia dolorose fratture: è così che nasce questo corpo a corpo fisico e letterario in forma di libro.

A contatto con una metropoli in perpetuo movimento, un mostro di “cemento armato” nel quale la vita del singolo sembra rigettata nella più minuta e spesso volgare quotidianità marginale, la fragilità del corpo di Rahmy viene messa a durissima prova e al tempo stesso si dimostra una formidabile difesa dall’impatto dell’apparenza, un punto di osservazione incongruo e quindi sorprendente. Una lotta fisica e violenta, dalla quale nascono, come urla d’affanno, frammenti di descrizione, ricordi personali e spesso tragici, brevi riflessioni sulla vita e sulla società, osservazioni profonde e il più delle volte poco confortevoli. Shanghai affiora in tutta la sua scandalosa bellezza, erotizzata, nelle contraddizioni che ne fanno una città diversa, irraggiungibile, metafora stessa della tensione tra la vita e la morte. Alla fine il dubbio che rimane è se il cemento armato del titolo è quello che fluisce in immense colate nelle nuove torri di Shanghai o quello che tiene in piedi Rahmy nella sua determinazione a esistere, a dispetto di ogni fragilità.

La prestigiosa rivista francese LiRE: lo ha eletto libro di viaggio dell'anno: Cemento armato esce ora anche in Italia con la traduzione di Marella Nappi. 

"Ci sono molti bambini. Il traffico è intenso. Le macchine girano in tondo e scivolano come squali. Gli ombrellini s'incastrano. Tutto è piatto. Il pericolo è in agguato. I fiori di loto vanno alla deriva nello stagno. Le lastre di cemento riflettono i neon della strada pedonale Nanjing che scende verso il Bund. Piove. L'asfalto fuma tra gli edifici troncati a mezz'aria dal grigiore. La popolazione si riversa, allucinata: calamitata nel vuoto, si precipita nei negozi come plancton nella bocca delle balene".